Comunicato Stampa |
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4/11/2013 |
I dati diffusi oggi dall’Istat sul quadro economico del nostro Paese
destano fortissima preoccupazione, oltre che qualche dubbio. Non
condividiamo, infatti, le stime sul rialzo del PIL nel 2014 e nemmeno
quelle sulla timida ripresa della spesa delle famiglie.
Sono
anni che la nostra economia versa in una situazione fortemente critica e
che i bollettini economici annunciano che “il peggio sta passando”. “Non
vorremmo che questo atteggiamento fornisse un alibi al Governo per il
mancato avvio delle necessarie ed improrogabili misure di rilancio
economico.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Sono
ancora troppe le operazioni da mettere in atto per una realistica
fuoriuscita dalla crisi, ed è fondamentale che chi ci governa faccia di
tutto per accelerare tale processo. Come
ribadiamo da tempo, infatti, il sistema economico è caduto in una
pericolosa spirale depressiva che si autoalimenta, peggiorando di giorno
in giorno. La contrazione dei consumi (-8,1% nel biennio 2012-2013
secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori)
incide sempre di più sul calo della produzione industriale, che a sua
volta determina un aumento della disoccupazione e, di conseguenza, una
ulteriore diminuzione del potere di acquisto delle famiglie, pronta ad
alimentare un nuovo calo della domanda interna.
Se
non si interviene per spezzare al più presto tale andamento la
situazione non potrà che peggiorare. A maggior ragione in un quadro di
incertezza generale, in cui si prospetta un intollerabile aumento delle
tasse.
Per
questo è necessario che il Governo agisca con determinazione per un
rientro dell’incremento IVA avvenuto ad ottobre (misura depressiva che
colpisce soprattutto i redditi più bassi) e per una modifica all’insegna
dell’equità dei nuovi tributi in arrivo nel 2014. Ci riferiamo in
particolare alla Trise (da noi ribattezzata simil-IMU) che, in assenza
di detrazioni sulla prima casa, comporterà ricadute pesantissime
soprattutto per le famiglie numerose e per quelle residenti nelle
cinture urbane (con rendite catastali più basse).
Inoltre
è indispensabile imprimere una vera e propria svolta in direzione di un
rilancio della domanda interna e di una ripresa degli investimenti per
lo sviluppo e la ricerca, fondamentali per l’occupazione giovanile.
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Crisi: nessuno spiraglio di ripresa senza un serio rilancio della domanda interna e dell’occupazione
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