Comunicato Stampa |
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16/1/2013 |
Prende il via, tra molte perplessità, la sperimentazione della nuova social card, che si affiancherà a quella del 2008.
Gli importi del nuovo strumento di sostegno (da 231 a 404 Euro a seconda dei componenti del nucleo familiare), sicuramente, risultano più appropriati rispetto ai 40 Euro della carta acquisti già esistente.
Esistono però, alcuni elementi critici, che non ci convincono affatto, a partire dallo stanziamento di 50 milioni di Euro, una cifra insufficiente per un vero sostegno alle famiglie in difficoltà.
Le altre perplessità riguardano, da un lato, l’erogazione limitata a sole 12 città: una discriminazione a nostro avviso ingiustificata, come se i cittadini residenti in altri centri non fossero “abbastanza” in difficoltà.
Dall’altro lato, invece, ci sembra estremamente ristretto il campo di applicazione: nuclei familiari con minori, in presenza di difficoltà economiche o lavorative, con un reddito Isee massimo di 3.000 Euro.
Un livello Isee bassissimo, che permetterà di ottenere tale beneficio solo alle famiglie ormai in piena povertà (per le quali ci vorrebbe ben altro!).
“Si tratta comunque di un passo avanti – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - ma, parlando realisticamente, tale strumento così concepito risulta ancora del tutto inadeguato a sostenere una ripresa della domanda di mercato. Interventi veramente incisivi in questo senso dovrebbero agire direttamente incrementando pensioni e redditi delle famiglie in disagio economico e disponendo misure di rilancio per l’occupazione giovanile.”
Umiliante e di dubbio gusto, inoltre, è l’obbligo di sottoscrizione, da parte del beneficiario, di quello che è stato definito il “progetto personalizzato”, vale a dire “l’impegno, per iscritto, a seguire una serie di attività e di iniziative per uscire dallo stato di crisi e di povertà”, come se le condizioni di estrema difficoltà in cui si trovano i cittadini interessati dipendessero esclusivamente da questi ultimi e non dalla grave crisi economica che ha determinato la perdita di lavoro, l’impossibilità a trovare un impiego, ecc.
Sicuramente tale obbligo dovrà essere rimodulato in termini più rispettosi nei confronti delle famiglie richiedenti.
Si dovrà fare di tutto, infine, affinché la nuova sperimentazione non sia interessata dai disguidi che hanno già riscontrato i beneficiari della “vecchia” versione della carta acquisti: ritardi nelle ricariche e difficile gestione, che molto spesso hanno creato solo ulteriori difficoltà e situazioni imbarazzanti per chi già si trova a disagio.
Chiediamo inoltre agli organi competenti di verificare con attenzione a chi verrà erogata questa nuova agevolazione: non vorremmo che, tra le pochissime famiglie che ne beneficeranno, vi fosse anche qualche evasore che paradossalmente potrebbe averne diritto sulla carta, proprio perché dichiara redditi estremamente bassi.
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